Naga Sadhu The army of Lord Shiva

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Published: 26 January 2013
Naga Sadhu The army of Lord Shiva

I Naga (che significa «nudo») Baba formano una setta shivaïta di guerrieri asceti. La loro esistenza è probabilmente molto antica e, contrariamente agli altri sâdhu, essi sono vendicativi, organizzati in sette akhara, vale a dire in reggimenti e entrano facilmente in conflitto con le altre sette. Si contrappongono anche militarmente ai musulmani ed agli Inglesi. Si ornano spesso di armi, ora piuttosto simboliche, come le spade, i bastoni, le lance e soprattutto il tridente, simbolo di Shiva.

Come indica il loro nome, si spogliano spesso di ogni abito, come i monaci jaina Digambar, che però sono non-violenti. Sono specialisti nella mortificazione del loro pene, con cui sollevano dei massi molto pesanti, allo scopo di desensibilizzarlo, pratica attestata dall'abate Jean-Antoine Dubois, uno dei primi indianisti.

I sâdhu sono presenti in India da migliaia di anni, forse dalla preistoria, quando il loro ruolo sarebbe stato simile a quello dello sciamano. Nel V secolo a.C. il Buddha si unisce a loro per un certo tempo, durante la sua ricerca dell'illuminazione. Si tratta dei gimnosofisti, i filosofi nudi che l'esercito di Alessandro Magno incrociò nella sua spedizione in India; nominati anche da Giordano Bruno nel "De Magia"[1]. Sembra che il loro numero sia fortemente aumentato nel XIII secolo.

Si considera generalmente che essi formino lo 0,5 % della popolazione indiana, cioè quattro-cinque milioni di persone.

I [sâdhu] sono dei rinuncianti, troncano ogni legame con la loro famiglia, non possiedono nulla o poche cose, si vestono con un longhi, una tunica, di color zafferano per gli shivaiti, gialla o bianca per i Viṣṇuiti, che simboleggia la santità, e talvolta con qualche collana. Non possiedono nulla e passano la loro vita a spostarsi sulle strade dell'India e del Nepal, nutrendosi dei doni dei devoti.

Nella loro ricerca dell'assoluto, i sâdhu praticano dei tapas, recitazione di mantras, rituali magici, controllo del respiro, yoga, unificando il corpo e l'anima. Praticano astinenza sessuale, voto di silenzio, meditazione o mortificazioni, quelle mortificazioni che Buddha rifiuterà come illusorie per definire la sua vita terrena. La pratica dei tapas tende ad aumentare la loro energia spirituale permettendogli di raggiungere uno stato di semi-divinità. Essendo l'energia sessuale una fonte primaria di tale energia spirituale, l'astinenza permette di aumentarla.

Tra di essi, un gran numero consuma ritualmente dell'hashish, come Shiva è solito fare, per strappare il velo della maya, cosa che pur proibita dalla legge indiana è tuttavia tollerata dallo stato. Altri tuttavia rifiutano tale consumo che giudicano in contrapposizione ai loro ideali.

I sâdhu shivaïti cospargono il loro corpo con la cenere, simbolo di morte e di rinascita. A immagine e somiglianza di Shiva, portano i capelli estremamente lunghi.

La devozione dei sâdhu a Shiva o a Vishnu si riconosce dai segni tradizionali che portano sulla fronte e talvolta dal colore dei loro vestiti. In occasione del loro arrivo al Kumbh Mela si creano numerosi problemi, dato che ciascuno di loro pretende di raggiungere per primo le acque sante.

Accanto al desiderio di ricerca spirituale, le ragioni primarie che spingono a scegliere la vita di sâdhu possono essere molto diverse: sfuggire dalla propria casta, poiché i santi uomini non le riconoscono, scappare da una situazione familiare insostenibile, da una situazione economica disperata, ma anche, per una donna, dalla vedovanza, per cui esiste un numero ben minore (10% della popolazione sâdhu), dei sâdhu donna o sâdhvi (साध्वी sādhvī). È la ragione per cui si incontrano poche sâdhvi di giovane età, al contrario dei chela maschi, gli allievi dei sâdhu, che possono essere ragazzi giovanissimi.

Durante l’evento religioso del Kumbh Mela, in occasione dei bagni sacri, essi si ricoprono interamente di cenere e con le armi in pugno si recano in processione fino alle rive del fiume e si gettano in acqua tra urla in un evento insieme festoso e terrifico, atto a celebrare la madre Ganga nel suo momento più sacro.

ingl:

The sadhus are present in India for thousands of years, perhaps since prehistoric times, when their role was similar to that of the shaman. In the fifth century BC Buddha joins them for a time, during his quest for enlightenment. These are gymnosophists, philosophers bare the army of Alexander the Great crossed on his expedition to India, also appointed by Giordano Bruno in "De Magia" [1]. It seems that their numbers have increased dramatically in the thirteenth century.

It is generally assumed that they form 0.5% of the Indian population, four to five million people.

I [Sadhu] are the renunciate, cut off all ties with their family, have nothing or little things, dress in a longhi, a tunic of saffron to the Shaiva, yellow or white for Viṣṇuiti, which symbolizes the sanctity and sometimes with necklace. Have nothing and spend their lives moving on the roads of India and Nepal, feeding on the gifts of the devotees.

In their search for the absolute, the sadhus practice of tapas, recitation of mantras, rituals, magical, breath control, yoga, unifying the body and the soul. Practice sexual abstinence, vow of silence, meditation or mortifications, the mortification that Buddha reject as illusory to define his earthly life. The practice of tapas tend to increase their spiritual energy allowing it to reach a state of semi-divinity. As the sexual energy a primary source of this spiritual energy, abstinence can increase it.

Among them, a large number ritually consumed hashish, as Shiva is wont to do, to tear the veil of maya, which although prohibited by Indian law, however, is tolerated by the state. Others, however, reject such a consumer who judge as opposed to their ideals.

The Shaiva sadhu sprinkle their bodies with ashes, a symbol of death and rebirth. In the image and likeness of Shiva, wear their hair very long.

The devotion of the Sadhu Shiva or Vishnu is known by the traditional signs that lead to the front and sometimes the color of their clothes. At their arrival at the Kumbh Mela you create many problems, since each of them claims to reach first the holy waters.

The desire of spiritual research, the primary reasons why people choose the sadhu life can be very different from their own caste escape, because the holy men do not recognize them, run away from a family situation unbearable, a desperate economic situation, but also, a woman from widowhood, for which there is a much smaller number (10% of the population Sadhu), the sadhu or woman sâdhvi (साध्वी sādhvī). This is the reason why you meet a few of sâdhvi young age, in contrast to claw males, students of the sadhus, who may be young boys.

During the religious event of the Kumbh Mela, on the occasion of the sacred baths, they completely cover the ash with weapons in hand go in procession to the banks of the river and throw themselves into the water between screams in an event with festive and terrifying , designed to celebrate the Mother Ganga in his most sacred moment.

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